Aquileia
12 giugno 2016
Incontro
del Triveneto
"Torna dunque Israele al Signore tuo
Dio"
(Os
14,2a)
Insieme
per fare esperienza dell'opera di misericordia spirituale
Ammonire i peccatori
Parole date a
Salvatore dopo l'invocazione dello
Spirito Santo:
Giunti
poi a Gerusalemme furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani
e
riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro
Io
lodai e glorificai colui che vive in eterno la cui potenza è potenza eterna
ed il
cui regno è di generazione in generazione
Alleluja! Prima di
tutto e soprattutto sono un fratello, il curriculum serve alle copertine dei
libri, ciò che conta, ciò che rallegra il mio cuore, ciò che mi dà la gioia di
stare in mezzo a voi, è sapere che oggi in cielo ci sarà una grande festa,
molto più grande di quella che noi timidamente abbiamo organizzato, perchè il
triveneto Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, nella
distribuzione delle opere di misericordia corporale e spirituale che ci
accompagneranno lungo il cammino nazionale di quest'anno – vorrei dirvi – si
sono scelti la parte migliore. Perchè?
Perchè se questo è
l'Anno Santo della misericordia ma non un anno santo della misericordia che si
può vivere secondo le modalità che noi riteniamo di volerci assegnare, no, ma
secondo le modalità che Dio vuole e cioè vissuto nella gioia, è un giubileo
della misericordia, non un annuncio, non un'esperienza tra le tante possibili
per il cuore umano, ma la sola esperienza possibile, la sola esperienza che Dio
conosce e cioè la gioia e ciò che sto dicendo io, lo dice Gesù, lo dice
inequivo-cabilmente Gesù, lo dice in quel cap. 15 del vangelo di Luca nel quale
– dicono gli esegeti – Gesù ci presenta
le tre parabole della misericoria e in tutte e tre le parabole della
misericordia
•
la pecora perduta e ritrovata
•
la moneta perduta e ritrovata
•
il figlio perduto e ritrovato
la firma di Dio è la
gioia che c'è in cielo per ogni peccatore che ritorna a Lui, per ogni peccatore
ritrovato e perdonato e per ogni figlio che si era smarrito ed è ritornato a
casa.
Così si concludono
le tre parabole della misericordia.
Dunque, il tema di
oggi è ammonire i peccatori, correggere i peccatori, salvare i
peccatori, sono tutti sinonimi e se l'effetto di questa azione che lo
Spirito compie in noi è la gioia in cielo, è la festa in cielo, come si
conclude la terza delle parabole della misericordia o qui facciamo vedere che
cielo chiama e terra risponde, o abbiamno sbagliato tutto: in cielo oggi c'è
una grande gioia e il modo migliore per sorprenderci e per farci capire che si
può peccare di empietà, è stato ciò che il Signore ha regalato ancora questa
mattina, come abbiamo fatto noi da diligenti e razionali uomini del 3°
millennio, interrogando tutte le applicazioni che ci parlavano di metereologia,
ci dicevano che avremmo dovuto aprire gli ombrelli per difenderci dalla
pioggia,
ecco il
regalo di Dio!
Ed anche se qualcuno
dice "non ti preoccupare perchè la pioggia arriverà", noi se avremo
fede con cui cacciamo tanti peccati, chiameremo questa pioggia (come dice il
profeta) la pioggia tardiva di primavera e così il diavolo potrà andarsene da
questo luogo scoraggiandoci e tentandoci già da questa mattina: avremmo commesso
un grande peccato rinunciando ad essere qui. Forse c'è qualcuno che ha fatto
questo peccato contro la comunione, perchè questa è la convocazione del triveneto,
tre volte come l'amore di Dio: l'amore è uno e trino, questa regione è una e
trina, ecco perchè sono venuto, perchè volevo vedere il miracolo di questa
unità. È come l'amore di Dio, si dice una volta ma si declina in tanti modi,
perchè se poi entrate dentro, trovate che si chiama Friuli-Venezia Giulia, sono
due in uno; Trentino-Alto Adige, sono due in uno quindi non siamo tre ma siamo
in realtà cinque e siamo un popolo, e siamo il popolo di Dio. Questa è la prima
grande meraviglia che il Signore fa in mezzo a noi, questa è la più bella
espressione del suo amore, la prima, la più grande manifestazione dello Spirito
Santo è quella di riunirci; quanti peccati sono legati alla solitudine,
all'orgoglio, alla superbia, all'innalzare muri: noi oggi li abbattiamo già in
questo modo, accettiamo lo correzione dello Spirito dentro di noi che ci fa
passare dall'io al tu al noi e allora, per favore rallegriamo il cuore di Dio,
si metta in piedi tutto il Veneto presente qui e dite ai fratelli e alle
sorelle del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia "Benedetti
nel nome del Signore". Giù il Veneto e su il Friuli-Venezia
Giulia "Benedetti nel nome del Signore" e per ultimi, quelli
che possono sembrare numericamente i più piccoli (nel regno di Dio tutto ciò
che è piccolo, è grande e tutto ciò che sembra ultimo è primo) il Trentino-Alto
Adige "Benedetti nel nome del Signore". Alleluja! E
vorrei che ringraziassimo il nostro vescovo che si è definito un turacciolo ed
io sono lieto di dire che dobbiamo tornare a casa imitandolo e dicendo a noi
stessi "turaccioli del Signore", perchè che cos'è il turacciolo per
la bottiglia? È la fede rispetto all'amore!
La nostra vita è
come una bottiglia, cioè l'amore del nostro cuore senza un turacciolo, senza un
tappo quest'amore diventa evanescente e come un buon vino ha bisogno di essere
custodito: il turacciolo è la fede che custodisce il nostro amore, è la fede
con la quale non ci ammoniamo come degli sventurati, dei disgraziati, dei
perduti, dei condannati a morte, ma come dei salvati, questo è l'amore di Dio,
questa è l'espressione della misericordia. Il turacciolo è la fede, la fede in
Gesù, la presenza di Gesù, la vittoria di Gesù, quella che dà dignità, valore,
significato, potenza all'amore.
Allora, anche noi –
grazie eccellenza – vogliamo essere turaccioli per i nostri cuori, dunque gesto
di fede, segno di fede, atto di fede; il Signore ce lo ha detto con il profeta
Isaia "Io sono il Signore" ed ecco il turacciolo: abbi questa fede
nel tuo cuore! Metti questa fede nel tuo cuore!
Io
sono il Signore tuo Dio
La Parola che avete
ricevuto, la parola che guida questa convocazione interregionale e l'avete nel
segnalibro...prendetela per favore e la leggiamo insieme:
"Torna dunque Israele al Signore tuo
Dio"
ora riditela col
vostro nome perchè Israele è un popolo fatto da ciascuno di noi
"Torna dunque ............ al Signore
tuo Dio"
tante lingue, come
ogni nome, come ogni storia, come ogni famiglia, come ogni comunità, come ogni
popolo dentro questo nome.
Il vangelo di Luca
al cap. 15 è la migliore espressione della misericordia di Dio così come ce la
racconta Gesù, ma se vi dovessero dire "qual'è il profeta o il libro
dell'AT dove meglio comprendere che cos'è la misericordia? Non esitate a
rispondere "Il libro del profeta Osea".
È il libro dell'AT
dove si comprende meglio cos'è l'amore misericordioso di Dio, non l'amore di
Dio ma l'amore misericordioso di Dio.
Osea è un grande
profeta, seppure annoverato tra i profeti minori, è grande perchè dà l'annuncio
più grande dell'amore di Dio, della misericordia di Dio.
E siccome vi è stato
spiegato che la parola misericordia significa amore viscerale, significa
un'amore che preme dentro di te, che ti fa impazzire di gioia per Dio [questa
espressione la usa san Giovanni Paolo II quando parla della preghiera; dice che
quando noi preghiamo nel nostro cuore, ci dev'essere un invaghimento del cuore,
un ardore di affetti, n° 33 e 34 della "novo millenio ineunte"]
dunque questo amore si deve muovere dentro di te in modo viscerale. Il profeta
Osea, proprio in questo suo libro, spiega quest'amore viscerale di Dio quando
dice al cap. 11 - poco prima questa espressione torna nella conclusione del suo
Libro al cap. 14 – ma al cap. 11,8 è detto:
Il mio
cuore si commuove dentro di me,
il
mio intimo freme di compassione.
Dio
si commuove! Ecco cos'è allora l'amore misericordioso di Dio, fa commuovere e compatisce,
soffre insieme, è l'amore di Gesù che passava beneficando e risanando, guarendo
tutti coloro che erano sotto l'effetto del peccato, perchè lo vedremo, noi
possiamo ammonire tutti i peccatori della terra e possiamo anche portarli a
salvezza e potremmo anche convertire le nazioni intere, ma poi bisogna anche
curare la ferita di questo popolo, guarire la radice di infedeltà perchè non si
torni a peccare perchè questo uomo piagato dal peccato, stia in piedi e possa
continuare a camminare; infatti lo stesso profeta Osea, dice al cap. 14
5«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li
amerò profondamente,
Io guarirò
la ferita del mio popolo! Dunque quando il Signore ci dice "torna a me" (Os 12,7)
7Tu ritorna al tuo Dio,
osserva
la bontà e la giustizia
e
poni sempre nel tuo Dio la tua speranza.
non solo
vuole farci sentire che il suo cuore freme di compassione e si commuove per
noi, ma una volta che ci prende, ci vuole guarire profondamente.
Nel Libro
del profeta Osea, ci sono argomenti al cap. 11 per rispondere a quanti peccano
e noi li dobbiamo correggere, richiamare le nazioni intere: Osea non parlava
solo al popolo d'Israele ma anche ai re e ai governanti che stavano assumendo
leggi contro l'amore di Dio, il gender è contro l'amore di Dio, l'eutanasia
è contro l'amore di Dio, la pedofilia che si sta legalizzando in alcuni
stati del nord-Europa è contro l'amore di Dio, la prostituzione che si
vuole legalizzare in Italia è contro l'amore di Dio. Osea alza la voce contro i
governanti volendo presentare che Dio è
padre e madre (non dimenticate mai che veniva da queste parte Giovanni Paolo I
che sorprendendo tutti gridò che Dio è madre) al cap. 11
1Quando Israele era fanciullo,
io
l’ho amato
e Dio ama
con compassione e con commozione
e
dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
2Ma più li chiamavo,
più
si allontanavano da me;
come si
conclude il capitolo 14?
2Torna dunque,
Israele, al Signore, tuo Dio,
la storia
dell'amore di Dio è un continuo dire: Torna!
Nel cuore
di quel figlio (Lc 15) che ritorna a casa sua, c'era sì la fame
17Allora ritornò in sé e disse:
“Quanti
salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Ma nel
cuore di quell'uomo, lavorava lo Spirito Santo! Gv 16
7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me
ne vada,
perché,
se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito;
se
invece me ne vado, lo manderò a voi.
8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa
del
mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 1
0riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e
non mi vedrete più;
11riguardo al giudizio, perché il principe di
questo mondo è già condannato.
Lavora lo
Spirito e ci dice continuamente torna perchè
Dio chiama! Io lo chiamavo il mio figlio, ma lui si allontanava da me, immolava
vittime ai baal, agli idoli,
2Ma più li chiamavo,
più
si allontanavano da me;
immolavano
vittime ai Baal,
agli
idoli bruciavano incensi.
come accade oggi, come accade in ogni epoca
3A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per
mano,
il
pedagogista che si occupa di educazione direbbe che questo è il luogo di un padre,
ma lo capiamo tutti: è il padre che prende il bambino e lo introduce nella
storia, è il padre che gli insegna a camminare, è il padre che stringendogli la
mano gli trasmette forza. Ma poi Egli è anche madre:
4Io li traevo con legami di bontà, con vincoli
d’amore,
ero
per loro
come
chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi
chinavo su di lui per dargli da mangiare.
Immagine
femminile, materna: chi prende un bambino, lo avvicina alla guancia, si china,
lo allatta, gli dà da mangiare? (forse fra qualche anno scopriremo che anche
agli uomini cresceranno le mammelle e potranno allattare visto che si stanno
inventando tutto) Ma fino a che questa parola del Signore non sarà cammuffata,
smentita, adulterata dall'orgoglio degli uomini, fino ad oggi, secondo la
natura e la creazione, è una donna che dà da mangiare, che allatta, che bacia,
cha avvicina il bambino. E questo è Dio, Dio che si prende completamente cura
di te perchè
il
mio intimo freme di compassione.
Questo è
l'amore di Dio, un'amore che freme!
Carissimi
fratelli e sorelle del RnS, se quando pronunciate la parola Gesù, il vostro
cuore non freme ho il dovere di dirvi che dobbiamo rifare l'effusione dello
Spirito; se quando vediamo che il nome di Gesù è offeso, è tradito, rinnegato e
il nostro cuore non freme come fremeva il cuore del profeta Osea, dobbiamo
rifare l'effusione dello Spirito. Ecco il torna!
Guardate
che la parola torna
all'indirizzo di uno che sta iniziando il cammino ha un valore, ma la parola torna se indirizzata a un vescovo, a un sacerdote,
a un responsabile, ha tutto un altro peso; nessuno di noi oggi davanti a questa
parola Ammonire i peccatori può ritenersi capace di ammonire gli
altri e di non essere ammonito, di richiamare gli altri all'amore di Dio e non
sentire il bisogno di rinascere, di ritornare, di ricominciare.
Noi oggi
siamo sfidati dalla parola di Dio, ma ne abbiamo scelto la parte migliore.
Allora ho voluto consegnarvi da subito questo Libro del profeta Osea perchè è
pieno di profondi, importanti e profetici significati.
Ma
entrando nel vivo della nostra predicazione permettetemi intanto, dato che ho
voluto dare da subito un indirizzo dinamico, direi proprio di relazione
fraterna, di salutare tutti gli anziani che sono fra di voi, tutti i
responsabili che hanno svolto un servizio nel RnS: ho qui dietro di me i tre
comitati regionali di queste tre regioni che con tanto amore hanno preparato
questa convocazione e certa-mente Marco, Antonio ed Andrea. Siccome siamo una
grande famiglia, proprio recentemente è salito al cielo uno dei coordinatori
regionali, fra i primi coordinatori regionali del Veneto don Antonio Zennaro,
ma anche Roberta del Friuli-Venezia Giulia e Laura del Trentino-Alto Adige:
abbiamo già coordinatori regionali che ci precedono in cielo, c'è un'altra famiglia
in cielo e vorrei che la salutassimo perchè c'è grande gioia in cielo, non solo
qui sulla terra, non lo dimenticate e credetemi, lo spettacolo che si vede dal cielo guardando
qui sulla terra è meraviglioso perchè è difficile trovare uomini e donne oggi
che si vogliano lasciare ammonire.
Siamo
tutti capaci di giudicare, siamo tutti capaci di ammonire, di rimproverare, di
condannare, di maledire, di individuare in ogni modo il male e non siamo capaci
però di sperimentare la misericordia. Lo intuì Giovanni Paolo II che nella sua
enciclica "Dives in
misericordia" data alla Chiesa 36 anni fa e papa Francesco,
opportunamente, dicendo che è stato propio Giovanni Paolo II ad avere il fiuto
della misericordia, lo ha richiamato nella misericordia nella bolla d'indizione
del Giubileo. Giovanni Paolo II diceva: "questo nostro mondo non vuole
la misericordia, anzi fa di tutto" ed ecco questo omaggio talvolta scriteriato, irrazionale alla
scienza, alla tecnologia. E questo che si direbbe l'evoluzione dell'umano e in
realtà è l' involuzione dell'uomo.
Diceva
Giovanni Paolo II il mondo rifiuta il concetto di misericordia perchè lo mette
a disagio semplicemente perchè lo mette a nudo, perchè non lo fa dipendere dal
potere che è fuori di sè, ma dall'unico potere, quello che è gradito a Dio, il
potere dell'amore, quello che è dentro di noi e quando ci accorgiamo di essere
a corto d'amore, noi cominciamo a rivestire il nostro cuore di idoli, di falsi
amori, di altri poteri di altri signori, non riusciamo a dire "Signore amami
come sono, amami a partire da questo peccato, amami a partire da questo
fallimento, amami a partire dalla mia incredulità" come quell'uomo, il
padre dell'epilettico indemoniato che in Mc 9,17 si avvicina a Gesù
«Maestro, ho portato da te mio figlio, che
ha uno spirito muto.
18Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli
schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce.
.....
21Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade
questo?».
Ed
egli rispose: «Dall’infanzia;
22anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e
nell’acqua per ucciderlo.
Ma
se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
23Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile
per chi crede».
Tutto è
possibile se hai fede, tutto è possibile se non rimani solo, perchè guardate
che è la prima e la più profonda delle ammonizioni che noi oggi ci dobbiamo
fare e con la quale ci dobbiamo correggere da peccatori è proprio questa:
•
non credere, essere increduli, è il più
grande peccato davanti a Dio.
C'è il
peccato di empietà, sapete in cosa consiste?
Il RnS è
stato suscitato dallo Spirito per vincere il peccato di empietà che consiste
nel sapere che Dio è Dio e non pronunciarlo, sapere che Gesù è il Signore e non
dirlo.
Se tu lo
dici, la tua fede si alimenta, se tu dici che Gesù è il Signore di tutte le tue
difficoltà, di tutte le tue sofferenze; ciò che è accaduto qui, è un esorcismo
potente a questo diavolo muto che spegne la lode nel nostro cuore e sulle
nostre labbra. Tutte le volte che noi lodiamo il Signore non cadiamo nel
peccato di empietà perchè riconosciamo che Dio è Dio, che Gesù è Dio, che Gesù
è il Signore; il peccato di empietà consiste nell'essere un credente che ha la
voce e non parla, il peccato di empietà è sapere che Gesù è il Signore e non
amarlo pubblicamente, apertamente, riconoscendo ciò che lui è o forse, abbiamo
l'empietà se tutto questo lo facciamo solo nei nostri gruppi e poi non lo
sappiamo fare davanti agli uomini.
32Perciò
chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini,
anch’io
lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini,
anch’io
lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
(Mt
10)
Ecco
l'empietà, non dire che Gesù è Dio! Pensate allora che meraviglia quando noi
lodiamo il Signore come questa mattina, quando lo possiamo fare a nome
dell'umanità intera.
Dunque la
prima grande correzione che ci fa lo Spirito è proprio questa, non passare
all'incredulità, non ridurti all'incredulità, riconosci che Dio è Dio e se tu
lo fai vinci la seconda grande tentazione che ci fa schiavi ed è la solitudine
ed è isolarsi: guai a chi resta solo dice il profeta Qoelet al cap. 4
Ecco
le lacrime degli oppressi e non c’è chi li consoli;
dalla
parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c’è chi li consoli.
....
9Meglio essere in due che uno solo, perché
otterranno migliore compenso per la loro fatica.
10Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai
invece a chi è solo:
se
cade, non ha nessuno che lo rialzi.
11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno
solo come fa a riscaldarsi?
12Se uno è aggredito, in due possono resistere:
una
corda a tre capi non si rompe tanto presto.
E Gesù
dice "non vi lascio soli" (Gv14)
16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
Paràclito
perché
rimanga con voi per sempre,
e ciò che
il Consolatore fà dentro di noi è soprattutto questo: ricordati che sei amato
di amore compassionevole, di amore di commozione, non rimanere solo, torna, torna, torna al
Signore. Che meraviglia allora puntare così decisamente all'essenziale, che
meraviglia dare alla misericordia un volto, non solo viscere, non solo cuore,
non solo sentimento, un corpo e di più, una volontà, questa è la volontà
d'amore: morire per amore è una volontà, passare beneficando è risanando è una
volontà, impegnare il nostro corpo per curare, per visitare, per dare da
mangiare, per dare da bere, è una volontà. Ecco perchè la Chiesa ci dice che
non si può parlare di misericordia senza vederla in opera, senza vederle
concretamente le viscere del Signore: la commozione di Dio siamo noi, a noi è
dato di riflettere su questa che chiamiamo spirituale ma, vi assicuro, ha un
beneficio materiale inaudito.
Spostatevi
di qualche km e andiamo in quella che chiamiamo la terra dei fuochi: io ho
incontrato le mamme di bambini malati di tumore, deformati dalla nascita,
bambini con tre mani e mi fermo.
A che
serve portare soltanto queste persone al perdono? Che è un'operazione di una
difficoltà straordinaria se non c'è una comunità che non ti lascia solo, se non
c'è una comunità che ti evange-lizza, se
non c'è una comunità che ti fa sentire così forte! Ecco le viscere, l'amore di
Gesù per poter dire "Signore io perdono questi micidiali criminali che per il loro orgoglio,
che per la loro brama di potere e di denaro hanno rovinato la mia famiglia, la
mia vita, hanno intossicato l'aria, l'acqua, la terra, ciò che mangio, hanno
fatto diventare il giardino dove tu mi hai messo, un inferno e io li
perdono".
È
un'operazione strepitosa perdonare chi ti fa del male, chi ti rovina la vita,
chi rovina la vita dei tuoi figli, ma è sufficiente secondo voi?
Se non
sorge lo spirito del profeta
•
che denuncia il male,
•
che dice che verrà il giudizio di Dio
verso chi sostituisce alla misericordia del Signore l'infamia della morte,
•
che denuncia i peccati sociali
strutturali
Ecco
perchè l'opera di misericordia spirituale ha poi dei riverberi sociali,
politici, materiali; pensate quanto costa allo stato sociale il seguito di
questo peccato:
•
gli ospedali che dobbiamo aprire
•
le tecniche che dobbiamo inventare
Dietro a
un peccato ci sono anche oneri sociali inauditi. Attenzione a pensare che lo
spirituale non sia nel materiale, attenzione a pensare che un'opera di
misericordia spirituale non abbia poi come riverbero l'opera di misericordia
corporale, perchè poi i malati che hai determinato col peccato te li dovrai
andare a visitare facendo l'opera di misericordia corporale di visitare gli
ammalati o di dare da mangiare agli affamati se non hanno lavoro perchè hai
rovinato tutte le loro terre che nessuno può più coltivare e sono diventati
poveri ed ora devi dar loro da mangiare.
Attenzione
allora perchè il Signore sembra dirci che c'è anche la misericordia preventiva: c'è una misericordia
riparativa diciamo così e c'è una misericordia preventiva.
Le opere
di misericordia spirituale:
•
consigliare chi è nel dubbio
•
insegnare agli ignoranti, agli erranti
•
ammonire, richiamare quelli che stanno
sbagliando, che stanno peccando
è una
sorta di misericordia preventiva e poi c'è una misericordia riparativa perchè
molti di questi ammalati, di questi carcerati (quanta gente sta in carcere)
semplicemente perchè non abbiamo messo in atto l'opera di misericordia
spirituale di denunciare il peccato, di portare i peccatori a conversione.
Pensate cosa fanno le mafie sfruttando l'ignoranza, sfruttando la povertà,
sfruttando il bisogno materiale. Se non si mette in atto l'opera di
misericordia spirituale di portare il peccatore a conversione, capite bene che
la prima opera di misericordia spirituale, ammonire il peccatore, oggi la dobbiamo
esercitare su di noi prima di aprire bocca, prima di impegnarci a
salvare questo nostro mondo, dobbiamo sentire dentro di noi se davanti al
peccato, se davanti alla salvezza, se davanti a questo bisogno che Dio esprime torna, torna, torna, noi rimaniamo fermi, inerti e
continuiamo a rimanere nell'ignoranza; sentiamolo dentro di noi questo moto
(Fil 2,5):
5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo
Gesù:
che si
fece misero, nasce e muore misero ma che ha la misericordia se il cuore è
compassionevole. Dice s. Agostino "quando tu parli della tua miseria,
pensa alle tue sofferenze, ma quando parli della misericordia, pensa alle
sofferenze di Cristo"; cioè con le tue sofferenze tu sei solo destinato a
morire, con la sofferenza di Cristo, tu sei destinato a vivere, che meraviglia!
Quando l'uomo soffre da solo, è destinato a morire, quando l'uomo soffre con
Cristo, in Cristo, per Cristo vive. Quante mogli sono qui
presenti che non vogliono seguire i loro mariti che sono nel peccato, che
provano a correggerli e non ci riescono e per rimanere fedeli alla verità,
fedeli all'amore, fedeli alla parola di Dio anche se sono state lasciate,
abbandonate, umiliate. Avete messo la vostra sofferenza dentro la sofferenza di
Cristo e questa sofferenza vi salva e vi darà la vita eterna; anche se gli
altri non lo sanno, non lo capiscono, non lo capiranno mai, avete messo la
vostra miseria nella misericordia, e vorrei dire anche a qualcuna di loro,
salverete anche i vostri mariti, abbiate solo pazienza e quel torna, li farà tornare. Quel torna di cui parla Osea, era dato ad una sposa
infedele; il Signore dice "stai andando dappertutto, ti stai prostituendo
con tutti, stai cercando un'amore migliore del mio, ma tu tornerai, tu tornerai e
torneremo ad amarci come un tempo, e torneremo ad amarci - come ricorda il cap.
2 - nel deserto, faccia a faccia, cuore a cuore, io ti ho fidanzato a me, io ti
ho fatto vedere il mio amore. Questo è "Rinnovamento nello Spirito"!
Chi viene
nei nostri gruppi, nelle nostre comunità, deve impazzire d'amore per Gesù, deve
capire quanto vale questo amore, quanto è valso questo amore e quanto valore dà
a una casa, ad una famiglia, a uno stato, ad una nazione, a un'impresa, a una
fabbrica, a una scuola perchè è un'amore che non dice solo il vero ma che si
preoccupa che la verità di Dio, che il bene dell'uomo, che la salvezza
dell'uomo sia operante.
Quando
avremo capito questo e l'avremo capito fino in fondo, capiremo perchè noi
dobbiamo dire continuamente Kyrie eleison perchè la parola misericordia che
deriva dal latino, in greco è eleison e
non è una pietà che chiede il condannato a morte, è la pietà che chiede
l'amante, chiede l'amato e la chiede al Signore al Kyrie, colui che ci ha
mostrato che non ci tradisce, che non ci rinnega, che non si dimentica di noi. Ci
ha dimostrato che il suo amore non è un sentimento, ma una scelta, che il
suo amore non è un'idea ma un corpo, che il suo amore non è una promessa ma una
realtà storica che riguarda ciascuno di noi. Può allora Dio – dice il
profeta Isaia cap.49– dimenticarsi di
te?
15Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così
da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche
se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.
Può una
madre dimenticarsi del suo figlio? Perchè mai Dio dovrebbe dimenticarsi di te? io
invece non ti dimenticherò mai. E nostro Signore Gesù Cristo come il
cristianesimo, [qui siamo ad Aquileia, e mi piace ricordare le origini del
Cristianesimo] sono una reazione ad un'idea filosofica della misericordia.
Secondo l'antichità greca, interrogate, se volete anche Platone ed i filosofi
che erano mossi da una rappresentazione di Dio che in qualche modo sembra
precedere l'incarnazione di Gesù Cristo, ma nessuno mai si spingeva a questa
dimostrazione dell'amore; la misericordia veniva vista come una sorta di
malattia dell'anima, la misericordia e la compassione erano considerate una
debolezza dell'uomo: non puoi essere misericordioso, non puoi essere
compassionevole. Saresti un debole!
Ecco
perchè san Paolo lo dirà, spiegando tutto questo a partire dalla sua cultura
greca, si è fatto talmente debole da farci vedere che in lui c'è tutta la
potenza di Dio; dunque, più noi ci facciamo deboli, dirà ancora Paolo, più
apparirà la grazia, più apparirà la conversione, più apparirà la salvezza; si è
fatto talmente debole da annullarsi davanti a Dio. Anche noi dobbiamo farci
così deboli.
Per molti,
essere misericordiosi significa essere degli stupidi; per molti essere
misericordiosi significa essere dei perdenti, per molti essere misericordiosi
significa essere dei vinti...no! Siamo più che vincitori: perdona e vinci,
ama il tuo nemico e vinci, ama chi ti fa soffrire e vinci, così si vince, così
vince la misericordia ed è così che correggiamo il mondo, non facendo prediche,
non facendo proclami ma amando! Così la misericordia vince sul peccato, così la
verità che sembra essere crocifissa, risorge.
È
fondamentale allora che noi cambiamo idea della misericordia e soprattutto la
vediamo in attività, in quel dinamismo esperienziale di Cristo che è anche il
dinamismo dei nostri gruppi e delle nostre comunità. Ogni gesto di Gesù, ogni
parola di Gesù, il nome stesso – dice papa Francesco – di Dio in Gesù Cristo è
misericordia.
Stiamo
comprendendo questa mattina che è un affare di cuore la misericordia, fa i
conti col nostro cuore. La prima domanda che dobbiamo fare stamattina in una
sorta di cardiognosi (studio del cuore) dovremmo prendere il cuore fra le mani
e vedere quanto amore c'è per Gesù.
Non può
iniziare un cammino di Rinnovamento nello Spirito senza fare questa
cardiognosi, "quanto amo Gesù"?
è la prima
domanda perchè per amore suo potrei essere corretto e per amore suo da
corretto, potrai correggere: se tu correggi da salvato, non funzionerà mai, tu
devi correggere da peccatore; quanto più ti senti amato nel tuo peccato, tanto
più puoi amare quelli che sono nel peccato; quanto più il Signore ti ha
cambiato la vita, tanto più tu potrai parlare a chi si sta perdendo; quanto più
ti farai piccolo con i piccoli, peccatore con i peccatori, trattato da
peccatore come Gesù, tanto più noi vinceremo questa cultura di morte, questa
cultura di peccato, questa cultura che offende continuamente la misericordia di
Dio.
Ed ecco
che per far questo dobbiamo custodire il cuore, dobbiamo proteggere il cuore,
dopo un incontro come quello di oggi, il nostro cuore sarà liberato, visitato,
confortato, consolato, aperto; oggi lo Spirito Santo farà degli interventi
chirurgici strepitosi a molti cuori, e tornando a casa, come lo custodiremo,
come lo proteggeremo dal male, come lo proteggeremo dal peccato?
Guardate
che l'umanità vive nel dubbio, vive nella tentazione, nell'assenza di Dio;
guardate gli stati, guardate i parlamenti, guardate la scienza, si vive come se
Dio non ci fosse, come se il suo giudizio non ci interessasse, come se la Sua
Parola non ci riguardasse, eppure siamo credenti, eppure siamo passati
dalla morte alla vita se qualcuno ci ha spiegato che cos'è il battesimo!
Eppure ci
riuniamo nei nostri gruppi, nelle nostre comunità, ma come custodiamo il cuore?
Come ci prendiamo cura del nostro cuore? L'opera di misericordia spirituale
"correggere ed ammonire i peccatori", fa i conti con il nostro cuore.
Lo
ricordava Marco nell'apertura e lo diceva già Pio XII: abbiamo perduto il
senso del peccato.
E il
peccato a che cosa porta? Gc 1,15b
il
peccato, una volta commesso, produce la morte.
E qual'è
il primo peccato che noi possiamo compiere? Pensare che Cristo sia morto e
basta!
C'è il
potente, c'è un amore che non salva più, c'è un amore che non serve più alla
storia, c'è un amore salvifico che non mi riguarda, perchè trovo la salvezza in
altro, accetto di essere salvato e dunque di mettere la mia vita, di
scommettere la mia vita non su di Lui, ma su altri signori, questo è il cuore
del problema: la perdita del senso del peccato, è in ultima analisi, il
ritenere che Dio non abbia niente più a che fare con la storia, morto,
archiviato, sepolto nelle nostre biblioteche o nelle bibbie che custodiamo a
casa e che mai abbiamo aperto e che mai abbiamo fatto parlare ed operare nella
nostra vita.
Ristabilire
il giusto senso del peccato nel senso del limite, il senso dell'errore! Sapete
in che modo il diavolo che è il principe del peccato, il dio di questo mondo –
dice Gesù – colui che vuole la morte degli
eletti, sapete in che modo fa continuamente vittime?
Mi direte
con le forme di negromanzia, di satanismo ecc. certo, ma queste sono una
minoranza; il maggior numero di morti, il diavolo li fa proprio facendoci
credere che non abbiamo più bisogno di salvezza, che non abbiamo più bisogno di
riconoscere il nostro peccato perchè all'insegna del male minore e del peccato
socialmente accettabile noi non sappiamo più riconoscere che Gesù è il Signore
e Salvatore.
La perdita
del senso del peccato, significa la perdita del senso del rapporto tra la
creatura e il creatore, tra l'uomo e Dio, tra la nostra finitezza e il suo
essere infinitamente Dio.
Lo volete
un esempio concreto? Torniamo nella notte dei tempi, dopo l'omicidio di Abele,
il Signore dice (Gen 4)
10Riprese: «Che hai fatto?
Qual'è la
rispota di Caino? Risponde al Signore? No. Non riconosce di averlo ucciso!
Molti non
dicono "io sto uccidendo mio figlio" oppure "io sto uccidendo
mia madre". Il peccato uccide, sta
uccidendo una nazione, sta uccidendo l'economia, uccide ma non lo
sappiamo riconoscere. Alla seconda domanda:
9Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele,
tuo fratello?».
Ti rendi
conto che hai ucciso? Che hai dato la morte? Qual'è la risposta?
Sono
forse io il custode di mio fratello?
Sono forse
io il custode della vita? Se la vita non ha valore, la posso solo uccidere e
alla domanda Cosa hai fatto? Niente!
Ricuperare
il senso del peccato, non significa soltanto allontanare il diavolo e lo
spirito di morte che è entrato ormai pienamente nella nostra cultura, nei
nostri stili di vita, nel nostro modo di trattare i nostri figli senza più
educarli cristianamente, è entrato anche nei nostri gruppi e nelle nostre
comunità quando non ci sappiamo prendere cura dell'altro, ecco le opere di
misericordia corporale, quando non riusciamo più a vedere nell'altro Gesù,
lo avete
fatto a me
c'è un
orizzonte antropologico allora, il grande problema, il tema del peccato che ha
al fondo la verità di Dio, la verità sull'uomo; quando diciamo che siamo senza
peccato, noi inganniamo noi stessi: 1 Gv 1,8
8Se diciamo di essere senza peccato,
inganniamo
noi stessi e la verità non è in noi.
Il peccato
non è offesa verso Dio, il peccato prima di tutto fa male a noi, annienta noi
stessi, la relazione con gli altri, distrugge ogni tessuto relazionale, ogni
tessuto affettivo, ci fa scadere nell' oscurità mentre la verità è luce, ecco
perchè il Libro dell'Apocalisse deve
aver presentato questo rimprovero alle Chiese e fa dire al cap. 3: apri la
porta
20Ecco: sto alla porta e busso.
Sto alla
porta del tuo cuore, aprimi; Gesù è alla porta del mio presente nella misura in
cui io riconosco di avere bisogno di Lui, la prima questione è riconoscere il
bisogno di Lui, il bisogno del Suo amore, il bisogno di un amore ancora più
grande; ecco perchè dobbiamo avere la coscienza del peccato. Sant'Anselmo
d'Aosta diceva "tu non hai ancora preso seriamente che cosa sia il grave
peso del peccato, tu non hai ancora chiaro cosa può fare il peccato corrompendo
il tuo cuore e trasformando la tua vita in una tomba", tomba di impurità,
tomba di adulteri, tomba di malvagità, di inganni, di invidie, di calunnie, di
competizioni.
Ecco
perchè Gesù dice "non vi lascio soli, non vi lascio abbandonati a voi
stessi". Il peccato, dove sta, nella storia? Dove sta il peccato, tra gli
alberi, nelle aule di giustizia, negli ospedali? Dove sta il peccato? Gesù è
molto chiaro: il peccato si annida nel cuore, non lo cercate fuori! Mc 7
21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli
uomini, escono i propositi di male:
impurità,
furti, omicidi, 22adultèri,
avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza,
invidia, calunnia, superbia, stoltezza
Non dite
"è il mondo che mi sta corrompendo" siete voi a corromperlo se non
fate questa bonifica Mc 7
15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in
lui, possa renderlo impuro.
Ma
sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Bonifichiamo
il cuore e bonificheremo la natura!
Parlavamo
della "terra dei fuochi", bonifichiamo il cuore e bonificheremo tante
carceri dove c'è gente che ci sta dentro semplicemente perchè non ha imparato a
perdonare e si trasmette di generazione in generazione l'odio razziale. Provate
a chiedere ad un africano di perdonare: non lo farà mai perchè gli è stato
insegnato che dovrà vendicare i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi avi :
perdonare significa far perdere di dignità ad una tribù, ad un popolo che
esiste dentro a un delitto, esiste dentro a un ricordo; non si può perdonare
perchè significa annullare la storia, cancellarla, devi vivere dentro al
rancore, devi vivere dentro a un atto di giustizia che è tutto il contrario
della misericordia di Dio.
Quanto
lavoro dobbiamo fare allora guardando le nuove generazioni, guardando a chi ha
un'autorità e la esercita non secondo Dio.Quanta conversione questa parola correggere i peccatori deve
intanto fare nel nostro cuore; Gesù dice in Mt 12
35L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose
buone,
mentre
l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive.
L'uomo cattivo
se nel cuore non ha il bene, cosa troverà? Se non ha il bene troverà il male ed
ecco che nasce anche il male comune, così come esiste il bene comune. Ed il
male comune può anche essere legalizzato e siamo pieni di mali comuni
ormai legalizzati. Ecco perchè Gesù dirà in Gv 8,7:
«Chi
di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
Ma
intanto, mentre dice questo, a coloro che non sanno più guardare ai loro
peccati, a coloro che stavano ammonendo di peccato dando la morte, Gesù ammonisce
una peccatrice dando la vita: ecco la differenza! Quegli uomini la ammonivano
"tu sei un'adultera e ti uccidiamo", Gesù dice "tu non hai
ancora imparato ad amare, ecco perchè sei un'adultera, non ti hanno insegnato
ad amare, non ti hanno rivelato la verità dell'amore, ecco perchè pecchi".
Perchè
molti peccano? Semplicemente perchè non sanno amare, perchè non hanno
incontrato la verità di se stessi e Gesù dice "allora io mi prendo cura di te e sto qui con te"
I
discepoli di Emmaus peccano di incredulità e Gesù si mette insieme a loro e
rispiega loro ogni cosa, questo è Gesù che ti fa passare dalla non conoscenza
alla conoscenza, dal rinnegamento all'amore, dall'insignificanza all'essere lì
al centro della storia:
«Donna,
dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore».
E
Gesù disse:
«Neanch’io
ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Ecco cosa
significa ammonire il peccatore: "non ti condanna nessuno".
Per molti,
ammonire è condannare, anche nei nostri gruppi: molti fratelli e sorelle si
sentono condannati a morte, in nome di Dio, ma Gesù dice "No, nessuno
ti condanna Neanch’io ti
condanno, nessuno, torna a casa, però adesso, adesso che hai
scoperto chi sei, cosa vali, quanto vale Dio nella tua vita, cos'è il vero
giudizio, la salvezza, adesso torna,
viva, non morta, non con un funerale, torna,
torna, viva coi tuoi piedi, con le tue gambe, con la tua responsabiliatà,
torna in piedi, non stare più lì, cammina, entra nella storia da vincitrice e
non peccare più adesso se non vuoi di nuovo cadere ed essere condannata a
morte, questo è quello che dobbiamo fare, e siccome non lo sappiamo fare, non
riusciamo a farlo, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, dobbiamo chiedere
aiuto allo Spirito Santo e dobbiamo fidarci, ecco i carismi e di tutti gli
aiuti che lo Spirito ci dà, così che la comunità diventi luogo della salvezza,
luogo del perdono, luogo della riconcilia-zione, il luogo dove ci si vuole
bene.
Fratelli e
sorelle, a che vale che conosciamo i migliori canti del RnS, a che vale che
conosciamo la Bibbia a memoria, a che vale che abbiamo 40 anni di RnS se ancora
non ci vogliamo bene, a che vale? A che vale fare tutte le opere
di misericordia corporale, correre, dare, fare tutto quello che Gesù ci chiede lo avete fatto a me, quando ancora il Signore viene
a visitarci e continua a richiamarci quanto al peccato?
Chi
di voi è senza peccato?
Un'ultima
parola sul significato di questo correggere: ma chi vuol essere corretto?
Nell'epoca dell' individualismo, ognuno tira per i fatti suoi, ognuno è
frettoloso, ma chi si può prendere cura dei pensieri e dei problemi degli altri
e poi nell'epoca del relativismo dove ognuno la pensa a modo proprio e dove a
partire dal fatto che ognuno ha il suo dio, ognuno ha la sua verità, ognuno ha
da essere rispettato, ma chi te lo fa fare? Chi te lo fa fare di cacciarti nei
pasticci, che significa prenderti cura degli altri, richiamarli, ammonirli,
amare, perchè ti devi accalorare così tanto e in questa epoca, perchè? Ti farai
solo dei nemici!
San Paolo
dice semplicemente questo: voi che vi volete rinnovare, rinnovatevi nello
spirito della vostra mente perchè in questo mondo tutti cercano invece di
conformarsi non di rinnovarsi: si conformano e non sanno più discernere la
volontà di Dio perchè ci rinnoviamo al discernere la volontà di Dio, ciò che a
Lui è gradito, ciò che a Lui piace e Gesù dice "voi siete il sale della
terra ma se la vostra fede non ha più sapore, a che serve? Voi siete la luce
del mondo ma se la vostra fede non illumina il peccato, le tenebre, a che cosa
serve una luce?"
Se siamo
sale e se siamo luce, a cosa serve il sale a cosa serve la luce – ci sta
chiedendo Gesù – a cosa serve se il mondo soffre e noi accettiamo che soffra
ancora di più, se il mondo muore e noi accettiamo che muoia ancora di più?
Il verbo
correggere, in greco, prima di ogni cosa, sapete che cosa significa? PARLARE!
È l'humus profetico che abbiamo ricevuto nel
battesimo, cioè dire la verità, poi la scrittura ci dice che la dobbiamo dire
con amore, che dobbiamo saperla dire, che dobbiamo trovare i tempi e i modi per
dirla, ma dirla non soffocarla elenkein il verbo greco, sta a dire prima
di tutto "tu sei un profeta, tu hai una parola da dire"! E non la
dici da te, ma la dici a nome di Dio perchè colui che corregge è il Signore,
non noi.
Allora
vorrei insegnarvi una regola facile e semplice: per correggere bisogna amare.
Se dentro di te non senti come fremito, come desiderio l'amore, allora non
correggere.
Se
correggere significa parlare di Gesù a una persona e aiutarla a passare
dall'errore e dall'ignoranza alla verità e portarla alla salvezza, se non sei
mossa da amore, non parlare. Qual'è la condizione allora che ci dev'essere
dentro di te?
Adesso,
sono un membro del pastorale di servizio, finalmente mi hanno eletto, adesso
sistemo io tutte le cose: vado da quello che ha un tick e gli correggo il tick,
vado da quello che ritarda sempre e davanti a tutti lo richiamo e gli dico
"tu sei il ritardatario, qual'è il tuo carisma? Il ritardatario, salutiamo
il ritardatario" e sistemiamo le cose. Adesso finalmente ci siamo noi, il
Signore mi ha nominato profeta, io ho la parola e sistemo tutte le cose.
Analogamente
può fare un padre con i propri figli, corregge rimproverando, non offrendo una
soluzione. Se la premessa è l'amore, tu devi dare una soluzione, non si
rimprovera per rimproverare, non si corregge per correggere, che cosa dice Gesù
dando la soluzione: "nessuno più ti condanna" questa è la
parola d'amore, e poi in che modo ama? Dà una soluzione, cosa le dice? va’ e d’ora in poi non peccare più.
Se non
offri una soluzione, non è amore, è l'amore che salva! Quindi devi indicare una
soluzione e questa soluzione è un atto d'amore, la premessa deve essere l'amore
e il modo di fare, di condurre, deve far percepire amore e quando tu te ne sei
andata, la persona che cosa deve conservare dentro di se? L'amore!
Se dopo
che te ne sei andato, pensa dentro di se "io lo so perchè mi ha corretto,
perchè è geloso o invidioso, mi sta dicendo di dare dei beni al RnS, alla Chiesa,
alle missioni perchè non ce li ha lui", se dentro al cuore di una persona
si scatena tutto questo, significa che abbiamo fallito e perchè falliamo?
Perchè non preghiamo, perchè non prepariamo il nostro cuore, perchè non diciamo
al Signore davanti a una situazione "Signore cosa devo fare, come lo devo
fare"?
Mio figlio
continua a drogarsi, cosa devo fare per salvarlo da questo peccato?
Mio marito
continua a tradirmi e io mi faccio bella, vado dal parrucchiere, vado
dall'estetista, mi vesto bene, preparo bene da mangiare, faccio di tutto, e
perchè succede questo? Cosa devo fare?
E secondo
voi, si apre la bibbia e si scopre cosa si fa?
È un
cammino, è una fatica, è un'attesa, ma quando il Signore ti parla, ti mette
anche la forza, ti dà l'unzione, ti dà le parole e tu puoi correggere, e tu
puoi richiamare e tu puoi salvare; capite quanto è importante quest'opera di
misericordia per noi, è quello che il Signore ci sta dicendo, ci sta facendo
vedere oggi in quanti modi abbiamo bisogno di questa misericordia e di trovare
il coraggio della parola di Dio a condizione però che questa parola di Dio sia
modellata nel nostro cuore da un nuovo amore per Lui.
Ci vuole
molta umiltà per correggere e per essere accolti nella correzione. Se i
fratelli ci sanno poco capaci di amare, non accetteranno mai da noi la
correzione perchè non s'improvvisa nell'amore, l'amore è un cammino faticoso, è
una testimonianza.
Ringraziamo
il Signore perchè abbiamo la responsabilità di Osea, la Parola che ci guida; il
profeta Ezechiele dice "sentinella, tu che devi correggere, tu che devi
denunciare il male, della morte di tuo fratello io ti chiederò conto".
Quando
stiamo in una comunità, noi siamo legati gli uni agli altri, il Signore ci lega
misteriosamente, lega le nostre vite, le nostre storie e ci dobbiamo prendere
cura gli uni degli altri. Talvolta, sapete come si corregge? Mettendosi in
ginocchio e dicendo a quel fratello: "io adoro Gesù presente in te seppure
schiacciato dal tuo peccato e come vorrei che la tua vita fosse come Dio l'ha
voluta, l'ha pensata, l'ha creata e siccome io non ti so parlare e non ti so
dire nulla, io sto qui in silenzio davanti a te perchè sia il Signore a dirti
quello che io non so dire".
Si
corregge così, stando a fianco, si corregge solo pregando. Cosa ci deve stare a
cuore, lo abbiamo capito o no? Non so più come dirlo: la salvezza, questa è la
ragione, la salvezza! E la salvezza appartiene a Dio, non a noi, è Lui che
salva, non noi; noi siamo solo degli strumenti ma se lo strumento è scordato,
anche la melodia non suonerà bene. Ma se lo strumento è malandato, anche la
melodia sarà malandata, dunque tutta l'opera di Dio è rovinata, è sporcata.
Ecco
perchè sul piano personale e sul piano comunitario dobbiamo fare un grande
impegno per non rovinare l'opera di Dio.
Dio vuole
che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della salvezza: dice Paolo a
Timoteo
la
condizione è passare dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia
Correggere
i peccatori, come vorrei che tu fossi come Maria, pieno di grazia, come vorrei
che il tuo volto fosse grazioso. Vi dicevo a Rimini "grazioso perchè
graziato", tu non sarai mai un grazioso finchè non sarai un graziato.
Se ti
senti un disgraziato, devi passare da disgraziato a graziato e da graziato,
diventerai grazioso e se sarai grazioso, potrai correggere tutti semplicemente
perchè sarà la grazia ad operare in te e attraverso di te.
Per
concludere, facciamo questo piccolo esercizio, ci mettiamo tutti in piedi e
siccome ognuno di voi si rivolge a un peccatore e questo stesso peccatore si
rivolgerà a te che sei peccatore, fate la più bella correzione fraterna e
ammonizione di peccatore che si possa fare; direte a questo fratello "Dio
vuole che tu sia grazioso (prima parte) e allora (ecco il mio impegno) io prego
perchè ti faccia grazia" e per favore, fatelo bene perchè passa lo Spirito
attraverso queste cose.
Completate
col bacio santo sulla fronte perchè ricordando la parola di Paolo agli Efesini,
è il bacio che si dà al nostro pensare, alla nostra mente dove ci dobbiamo rinnovare
ed è un modo per dirti: "ricordati che sono tuo fratello"
Amen
Alleluja