Sito nazionale RnS

Trascrizione dell'intervento di Salvatore Martinez ad Aquileia



Aquileia 12 giugno 2016

Incontro del Triveneto

"Torna dunque Israele al Signore tuo Dio"
(Os 14,2a)
Insieme per fare esperienza dell'opera di misericordia spirituale
Ammonire i peccatori

Parole date a Salvatore  dopo l'invocazione dello Spirito Santo:

Giunti poi a Gerusalemme furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani
e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro

Io lodai e glorificai colui che vive in eterno la cui potenza è potenza eterna
ed il cui regno è di generazione in generazione

Alleluja! Prima di tutto e soprattutto sono un fratello, il curriculum serve alle copertine dei libri, ciò che conta, ciò che rallegra il mio cuore, ciò che mi dà la gioia di stare in mezzo a voi, è sapere che oggi in cielo ci sarà una grande festa, molto più grande di quella che noi timidamente abbiamo organizzato, perchè il triveneto Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, nella distribuzione delle opere di misericordia corporale e spirituale che ci accompagneranno lungo il cammino nazionale di quest'anno – vorrei dirvi – si sono scelti la parte migliore. Perchè?
Perchè se questo è l'Anno Santo della misericordia ma non un anno santo della misericordia che si può vivere secondo le modalità che noi riteniamo di volerci assegnare, no, ma secondo le modalità che Dio vuole e cioè vissuto nella gioia, è un giubileo della misericordia, non un annuncio, non un'esperienza tra le tante possibili per il cuore umano, ma la sola esperienza possibile, la sola esperienza che Dio conosce e cioè la gioia e ciò che sto dicendo io, lo dice Gesù, lo dice inequivo-cabilmente Gesù, lo dice in quel cap. 15 del vangelo di Luca nel quale – dicono gli esegeti – Gesù ci  presenta le tre parabole della misericoria e in tutte e tre le parabole della misericordia
         la pecora perduta e ritrovata
         la moneta perduta e ritrovata
         il figlio perduto e ritrovato
la firma di Dio è la gioia che c'è in cielo per ogni peccatore che ritorna a Lui, per ogni peccatore ritrovato e perdonato e per ogni figlio che si era smarrito ed è ritornato a casa.
Così si concludono le tre parabole della misericordia.
Dunque, il tema di oggi è ammonire i peccatori, correggere i peccatori, salvare i peccatori, sono tutti sinonimi e se l'effetto di questa azione che lo Spirito compie in noi è la gioia in cielo, è la festa in cielo, come si conclude la terza delle parabole della misericordia o qui facciamo vedere che cielo chiama e terra risponde, o abbiamno sbagliato tutto: in cielo oggi c'è una grande gioia e il modo migliore per sorprenderci e per farci capire che si può peccare di empietà, è stato ciò che il Signore ha regalato ancora questa mattina, come abbiamo fatto noi da diligenti e razionali uomini del 3° millennio, interrogando tutte le applicazioni che ci parlavano di metereologia, ci dicevano che avremmo dovuto aprire gli ombrelli per difenderci dalla pioggia,

ecco il regalo di Dio!

Ed anche se qualcuno dice "non ti preoccupare perchè la pioggia arriverà", noi se avremo fede con cui cacciamo tanti peccati, chiameremo questa pioggia (come dice il profeta) la pioggia tardiva di primavera e così il diavolo potrà andarsene da questo luogo scoraggiandoci e tentandoci già da questa mattina: avremmo commesso un grande peccato rinunciando ad essere qui. Forse c'è qualcuno che ha fatto questo peccato contro la comunione, perchè questa è la convocazione del triveneto, tre volte come l'amore di Dio: l'amore è uno e trino, questa regione è una e trina, ecco perchè sono venuto, perchè volevo vedere il miracolo di questa unità. È come l'amore di Dio, si dice una volta ma si declina in tanti modi, perchè se poi entrate dentro, trovate che si chiama Friuli-Venezia Giulia, sono due in uno; Trentino-Alto Adige, sono due in uno quindi non siamo tre ma siamo in realtà cinque e siamo un popolo, e siamo il popolo di Dio. Questa è la prima grande meraviglia che il Signore fa in mezzo a noi, questa è la più bella espressione del suo amore, la prima, la più grande manifestazione dello Spirito Santo è quella di riunirci; quanti peccati sono legati alla solitudine, all'orgoglio, alla superbia, all'innalzare muri: noi oggi li abbattiamo già in questo modo, accettiamo lo correzione dello Spirito dentro di noi che ci fa passare dall'io al tu al noi e allora, per favore rallegriamo il cuore di Dio, si metta in piedi tutto il Veneto presente qui e dite ai fratelli e alle sorelle del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia "Benedetti nel nome del Signore". Giù il Veneto e su il Friuli-Venezia Giulia "Benedetti nel nome del Signore" e per ultimi, quelli che possono sembrare numericamente i più piccoli (nel regno di Dio tutto ciò che è piccolo, è grande e tutto ciò che sembra ultimo è primo) il Trentino-Alto Adige "Benedetti nel nome del Signore". Alleluja! E vorrei che ringraziassimo il nostro vescovo che si è definito un turacciolo ed io sono lieto di dire che dobbiamo tornare a casa imitandolo e dicendo a noi stessi "turaccioli del Signore", perchè che cos'è il turacciolo per la bottiglia? È la fede rispetto all'amore!
La nostra vita è come una bottiglia, cioè l'amore del nostro cuore senza un turacciolo, senza un tappo quest'amore diventa evanescente e come un buon vino ha bisogno di essere custodito: il turacciolo è la fede che custodisce il nostro amore, è la fede con la quale non ci ammoniamo come degli sventurati, dei disgraziati, dei perduti, dei condannati a morte, ma come dei salvati, questo è l'amore di Dio, questa è l'espressione della misericordia. Il turacciolo è la fede, la fede in Gesù, la presenza di Gesù, la vittoria di Gesù, quella che dà dignità, valore, significato, potenza all'amore.
Allora, anche noi – grazie eccellenza – vogliamo essere turaccioli per i nostri cuori, dunque gesto di fede, segno di fede, atto di fede; il Signore ce lo ha detto con il profeta Isaia "Io sono il Signore" ed ecco il turacciolo: abbi questa fede nel tuo cuore! Metti questa fede nel tuo cuore!
Io sono il Signore tuo Dio
La Parola che avete ricevuto, la parola che guida questa convocazione interregionale e l'avete nel segnalibro...prendetela per favore e la leggiamo insieme:

"Torna dunque Israele al Signore tuo Dio"

ora riditela col vostro nome perchè Israele è un popolo fatto da ciascuno di noi

"Torna dunque ............ al Signore tuo Dio"

tante lingue, come ogni nome, come ogni storia, come ogni famiglia, come ogni comunità, come ogni popolo dentro questo nome.
Il vangelo di Luca al cap. 15 è la migliore espressione della misericordia di Dio così come ce la racconta Gesù, ma se vi dovessero dire "qual'è il profeta o il libro dell'AT dove meglio comprendere che cos'è la misericordia? Non esitate a rispondere "Il libro del profeta Osea".
È il libro dell'AT dove si comprende meglio cos'è l'amore misericordioso di Dio, non l'amore di Dio ma l'amore misericordioso di Dio.
Osea è un grande profeta, seppure annoverato tra i profeti minori, è grande perchè dà l'annuncio più grande dell'amore di Dio, della misericordia di Dio.
E siccome vi è stato spiegato che la parola misericordia significa amore viscerale, significa un'amore che preme dentro di te, che ti fa impazzire di gioia per Dio [questa espressione la usa san Giovanni Paolo II quando parla della preghiera; dice che quando noi preghiamo nel nostro cuore, ci dev'essere un invaghimento del cuore, un ardore di affetti, n° 33 e 34 della "novo millenio ineunte"] dunque questo amore si deve muovere dentro di te in modo viscerale. Il profeta Osea, proprio in questo suo libro, spiega quest'amore viscerale di Dio quando dice al cap. 11 - poco prima questa espressione torna nella conclusione del suo Libro al cap. 14 – ma al cap. 11,8 è detto:

Il mio cuore si commuove dentro di me,
il mio intimo freme di compassione.

Dio si commuove! Ecco cos'è allora l'amore misericordioso di Dio, fa commuovere e compatisce, soffre insieme, è l'amore di Gesù che passava beneficando e risanando, guarendo tutti coloro che erano sotto l'effetto del peccato, perchè lo vedremo, noi possiamo ammonire tutti i peccatori della terra e possiamo anche portarli a salvezza e potremmo anche convertire le nazioni intere, ma poi bisogna anche curare la ferita di questo popolo, guarire la radice di infedeltà perchè non si torni a peccare perchè questo uomo piagato dal peccato, stia in piedi e possa continuare a camminare; infatti lo stesso profeta Osea, dice al cap. 14

5«Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,

Io guarirò la ferita del mio popolo! Dunque quando il Signore ci dice "torna a me" (Os 12,7)

7Tu ritorna al tuo Dio,
osserva la bontà e la giustizia
e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza.

non solo vuole farci sentire che il suo cuore freme di compassione e si commuove per noi, ma una volta che ci prende, ci vuole guarire profondamente.
Nel Libro del profeta Osea, ci sono argomenti al cap. 11 per rispondere a quanti peccano e noi li dobbiamo correggere, richiamare le nazioni intere: Osea non parlava solo al popolo d'Israele ma anche ai re e ai governanti che stavano assumendo leggi contro l'amore di Dio, il gender è contro l'amore di Dio, l'eutanasia è contro l'amore di Dio, la pedofilia che si sta legalizzando in alcuni stati del nord-Europa è contro l'amore di Dio, la prostituzione che si vuole legalizzare in Italia è contro l'amore di Dio. Osea alza la voce contro i governanti  volendo presentare che Dio è padre e madre (non dimenticate mai che veniva da queste parte Giovanni Paolo I che sorprendendo tutti gridò che Dio è madre) al cap. 11
1Quando Israele era fanciullo,
io l’ho amato

e Dio ama con compassione e con commozione

e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
2Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;

come si conclude il capitolo 14?

2Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,

la storia dell'amore di Dio è un continuo dire: Torna!
Nel cuore di quel figlio (Lc 15) che ritorna a casa sua, c'era sì la fame
17Allora ritornò in sé e disse:
“Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!

Ma nel cuore di quell'uomo, lavorava lo Spirito Santo! Gv 16

7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada,
perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito;
se invece me ne vado, lo manderò a voi.
8E quando sarà venuto,  dimostrerà la colpa
del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 1
0riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più;
11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.

Lavora lo Spirito e ci dice continuamente torna perchè Dio chiama! Io lo chiamavo il mio figlio, ma lui si allontanava da me, immolava vittime ai baal, agli idoli,

2Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.

 come accade oggi, come accade in ogni epoca

3A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano,

il pedagogista che si occupa di educazione direbbe che questo è il luogo di un padre, ma lo capiamo tutti: è il padre che prende il bambino e lo introduce nella storia, è il padre che gli insegna a camminare, è il padre che stringendogli la mano gli trasmette forza. Ma poi Egli è anche madre:

4Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore,
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.

Immagine femminile, materna: chi prende un bambino, lo avvicina alla guancia, si china, lo allatta, gli dà da mangiare? (forse fra qualche anno scopriremo che anche agli uomini cresceranno le mammelle e potranno allattare visto che si stanno inventando tutto) Ma fino a che questa parola del Signore non sarà cammuffata, smentita, adulterata dall'orgoglio degli uomini, fino ad oggi, secondo la natura e la creazione, è una donna che dà da mangiare, che allatta, che bacia, cha avvicina il bambino. E questo è Dio, Dio che si prende completamente cura di te perchè

il mio intimo freme di compassione.

Questo è l'amore di Dio, un'amore che freme!
Carissimi fratelli e sorelle del RnS, se quando pronunciate la parola Gesù, il vostro cuore non freme ho il dovere di dirvi che dobbiamo rifare l'effusione dello Spirito; se quando vediamo che il nome di Gesù è offeso, è tradito, rinnegato e il nostro cuore non freme come fremeva il cuore del profeta Osea, dobbiamo rifare l'effusione dello Spirito. Ecco il torna!
Guardate che la parola torna all'indirizzo di uno che sta iniziando il cammino ha un valore, ma la parola torna se indirizzata a un vescovo, a un sacerdote, a un responsabile, ha tutto un altro peso; nessuno di noi oggi davanti a questa parola Ammonire i peccatori può ritenersi capace di ammonire gli altri e di non essere ammonito, di richiamare gli altri all'amore di Dio e non sentire il bisogno di rinascere, di ritornare, di ricominciare.
Noi oggi siamo sfidati dalla parola di Dio, ma ne abbiamo scelto la parte migliore. Allora ho voluto consegnarvi da subito questo Libro del profeta Osea perchè è pieno di profondi, importanti e profetici significati.
Ma entrando nel vivo della nostra predicazione permettetemi intanto, dato che ho voluto dare da subito un indirizzo dinamico, direi proprio di relazione fraterna, di salutare tutti gli anziani che sono fra di voi, tutti i responsabili che hanno svolto un servizio nel RnS: ho qui dietro di me i tre comitati regionali di queste tre regioni che con tanto amore hanno preparato questa convocazione e certa-mente Marco, Antonio ed Andrea. Siccome siamo una grande famiglia, proprio recentemente è salito al cielo uno dei coordinatori regionali, fra i primi coordinatori regionali del Veneto don Antonio Zennaro, ma anche Roberta del Friuli-Venezia Giulia e Laura del Trentino-Alto Adige: abbiamo già coordinatori regionali che ci precedono in cielo, c'è un'altra famiglia in cielo e vorrei che la salutassimo perchè c'è grande gioia in cielo, non solo qui sulla terra, non lo dimenticate e credetemi,  lo spettacolo che si vede dal cielo guardando qui sulla terra è meraviglioso perchè è difficile trovare uomini e donne oggi che si vogliano lasciare ammonire.
Siamo tutti capaci di giudicare, siamo tutti capaci di ammonire, di rimproverare, di condannare, di maledire, di individuare in ogni modo il male e non siamo capaci però di sperimentare la misericordia. Lo intuì Giovanni Paolo II che nella sua enciclica  "Dives in misericordia" data alla Chiesa 36 anni fa e papa Francesco, opportunamente, dicendo che è stato propio Giovanni Paolo II ad avere il fiuto della misericordia, lo ha richiamato nella misericordia nella bolla d'indizione del Giubileo. Giovanni Paolo II diceva: "questo nostro mondo non vuole la misericordia, anzi fa di tutto" ed ecco questo omaggio  talvolta scriteriato, irrazionale alla scienza, alla tecnologia. E questo che si direbbe l'evoluzione dell'umano e in realtà è l' involuzione dell'uomo.
Diceva Giovanni Paolo II il mondo rifiuta il concetto di misericordia perchè lo mette a disagio semplicemente perchè lo mette a nudo, perchè non lo fa dipendere dal potere che è fuori di sè, ma dall'unico potere, quello che è gradito a Dio, il potere dell'amore, quello che è dentro di noi e quando ci accorgiamo di essere a corto d'amore, noi cominciamo a rivestire il nostro cuore di idoli, di falsi amori, di altri poteri di altri signori, non riusciamo a dire "Signore amami come sono, amami a partire da questo peccato, amami a partire da questo fallimento, amami a partire dalla mia incredulità" come quell'uomo, il padre dell'epilettico indemoniato che in Mc 9,17 si avvicina a Gesù

«Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto.
18Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce.
.....
21Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?».
Ed egli rispose: «Dall’infanzia;
22anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo.
Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
23Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede».

Tutto è possibile se hai fede, tutto è possibile se non rimani solo, perchè guardate che è la prima e la più profonda delle ammonizioni che noi oggi ci dobbiamo fare e con la quale ci dobbiamo correggere da peccatori è proprio questa:
         non credere, essere increduli, è il più grande peccato davanti a Dio.
C'è il peccato di empietà, sapete in cosa consiste?
Il RnS è stato suscitato dallo Spirito per vincere il peccato di empietà che consiste nel sapere che Dio è Dio e non pronunciarlo, sapere che Gesù è il Signore e non dirlo.
Se tu lo dici, la tua fede si alimenta, se tu dici che Gesù è il Signore di tutte le tue difficoltà, di tutte le tue sofferenze; ciò che è accaduto qui, è un esorcismo potente a questo diavolo muto che spegne la lode nel nostro cuore e sulle nostre labbra. Tutte le volte che noi lodiamo il Signore non cadiamo nel peccato di empietà perchè riconosciamo che Dio è Dio, che Gesù è Dio, che Gesù è il Signore; il peccato di empietà consiste nell'essere un credente che ha la voce e non parla, il peccato di empietà è sapere che Gesù è il Signore e non amarlo pubblicamente, apertamente, riconoscendo ciò che lui è o forse, abbiamo l'empietà se tutto questo lo facciamo solo nei nostri gruppi e poi non lo sappiamo fare davanti agli uomini.

 32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini,
anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini,
anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
(Mt 10)

Ecco l'empietà, non dire che Gesù è Dio! Pensate allora che meraviglia quando noi lodiamo il Signore come questa mattina, quando lo possiamo fare a nome dell'umanità intera.
Dunque la prima grande correzione che ci fa lo Spirito è proprio questa, non passare all'incredulità, non ridurti all'incredulità, riconosci che Dio è Dio e se tu lo fai vinci la seconda grande tentazione che ci fa schiavi ed è la solitudine ed è isolarsi: guai a chi resta solo dice il profeta Qoelet al cap. 4

Ecco le lacrime degli oppressi e non c’è chi li consoli;
dalla parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c’è chi li consoli.
....
9Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica.
10Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo:
se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi?
12Se uno è aggredito, in due possono resistere:
una corda a tre capi non si rompe tanto presto.

E Gesù dice "non vi lascio soli" (Gv14)

16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre,

e ciò che il Consolatore fà dentro di noi è soprattutto questo: ricordati che sei amato di amore compassionevole, di amore di commozione, non rimanere solo, torna, torna, torna al Signore. Che meraviglia allora puntare così decisamente all'essenziale, che meraviglia dare alla misericordia un volto, non solo viscere, non solo cuore, non solo sentimento, un corpo e di più, una volontà, questa è la volontà d'amore: morire per amore è una volontà, passare beneficando è risanando è una volontà, impegnare il nostro corpo per curare, per visitare, per dare da mangiare, per dare da bere, è una volontà. Ecco perchè la Chiesa ci dice che non si può parlare di misericordia senza vederla in opera, senza vederle concretamente le viscere del Signore: la commozione di Dio siamo noi, a noi è dato di riflettere su questa che chiamiamo spirituale ma, vi assicuro, ha un beneficio materiale inaudito.
Spostatevi di qualche km e andiamo in quella che chiamiamo la terra dei fuochi: io ho incontrato le mamme di bambini malati di tumore, deformati dalla nascita, bambini con tre mani e mi fermo.
A che serve portare soltanto queste persone al perdono? Che è un'operazione di una difficoltà straordinaria se non c'è una comunità che non ti lascia solo, se non c'è una comunità che  ti evange-lizza, se non c'è una comunità che ti fa sentire così forte! Ecco le viscere, l'amore di Gesù per poter dire "Signore io perdono questi  micidiali criminali che per il loro orgoglio, che per la loro brama di potere e di denaro hanno rovinato la mia famiglia, la mia vita, hanno intossicato l'aria, l'acqua, la terra, ciò che mangio, hanno fatto diventare il giardino dove tu mi hai messo, un inferno e io li perdono".
È un'operazione strepitosa perdonare chi ti fa del male, chi ti rovina la vita, chi rovina la vita dei tuoi figli, ma è sufficiente secondo voi?
Se non sorge lo spirito del profeta

         che denuncia il male,
         che dice che verrà il giudizio di Dio verso chi sostituisce alla misericordia del Signore  l'infamia della morte,
         che denuncia i peccati sociali strutturali

Ecco perchè l'opera di misericordia spirituale ha poi dei riverberi sociali, politici, materiali; pensate quanto costa allo stato sociale il seguito di questo peccato:

         gli ospedali che dobbiamo aprire
         le tecniche che dobbiamo inventare

Dietro a un peccato ci sono anche oneri sociali inauditi. Attenzione a pensare che lo spirituale non sia nel materiale, attenzione a pensare che un'opera di misericordia spirituale non abbia poi come riverbero l'opera di misericordia corporale, perchè poi i malati che hai determinato col peccato te li dovrai andare a visitare facendo l'opera di misericordia corporale di visitare gli ammalati o di dare da mangiare agli affamati se non hanno lavoro perchè hai rovinato tutte le loro terre che nessuno può più coltivare e sono diventati poveri ed ora devi dar loro da mangiare.
Attenzione allora perchè il Signore sembra dirci che c'è anche la  misericordia preventiva: c'è una misericordia riparativa diciamo così e c'è una misericordia preventiva.
Le opere di misericordia spirituale:

         consigliare chi è nel dubbio
         insegnare agli ignoranti, agli erranti
         ammonire, richiamare quelli che stanno sbagliando, che stanno peccando

è una sorta di misericordia preventiva e poi c'è una misericordia riparativa perchè molti di questi ammalati, di questi carcerati (quanta gente sta in carcere) semplicemente perchè non abbiamo messo in atto l'opera di misericordia spirituale di denunciare il peccato, di portare i peccatori a conversione. Pensate cosa fanno le mafie sfruttando l'ignoranza, sfruttando la povertà, sfruttando il bisogno materiale. Se non si mette in atto l'opera di misericordia spirituale di portare il peccatore a conversione, capite bene che la prima opera di misericordia spirituale, ammonire il peccatore, oggi la dobbiamo esercitare su di noi prima di aprire bocca, prima di impegnarci a salvare questo nostro mondo, dobbiamo sentire dentro di noi se davanti al peccato, se davanti alla salvezza, se davanti a questo bisogno che Dio esprime torna, torna, torna, noi rimaniamo fermi, inerti e continuiamo a rimanere nell'ignoranza; sentiamolo dentro di noi questo moto (Fil 2,5):

5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:

che si fece misero, nasce e muore misero ma che ha la misericordia se il cuore è compassionevole. Dice s. Agostino "quando tu parli della tua miseria, pensa alle tue sofferenze, ma quando parli della misericordia, pensa alle sofferenze di Cristo"; cioè con le tue sofferenze tu sei solo destinato a morire, con la sofferenza di Cristo, tu sei destinato a vivere, che meraviglia! Quando l'uomo soffre da solo, è destinato a morire, quando l'uomo soffre con Cristo, in Cristo, per Cristo vive. Quante mogli sono qui presenti che non vogliono seguire i loro mariti che sono nel peccato, che provano a correggerli e non ci riescono e per rimanere fedeli alla verità, fedeli all'amore, fedeli alla parola di Dio anche se sono state lasciate, abbandonate, umiliate. Avete messo la vostra sofferenza dentro la sofferenza di Cristo e questa sofferenza vi salva e vi darà la vita eterna; anche se gli altri non lo sanno, non lo capiscono, non lo capiranno mai, avete messo la vostra miseria nella misericordia, e vorrei dire anche a qualcuna di loro, salverete anche i vostri mariti, abbiate solo pazienza e quel torna, li farà tornare. Quel torna di cui parla Osea, era dato ad una sposa infedele; il Signore dice "stai andando dappertutto, ti stai prostituendo con tutti, stai cercando un'amore migliore del mio, ma tu tornerai, tu tornerai e torneremo ad amarci come un tempo, e torneremo ad amarci - come ricorda il cap. 2 - nel deserto, faccia a faccia, cuore a cuore, io ti ho fidanzato a me, io ti ho fatto vedere il mio amore. Questo è "Rinnovamento nello Spirito"!
Chi viene nei nostri gruppi, nelle nostre comunità, deve impazzire d'amore per Gesù, deve capire quanto vale questo amore, quanto è valso questo amore e quanto valore dà a una casa, ad una famiglia, a uno stato, ad una nazione, a un'impresa, a una fabbrica, a una scuola perchè è un'amore che non dice solo il vero ma che si preoccupa che la verità di Dio, che il bene dell'uomo, che la salvezza dell'uomo sia operante.
Quando avremo capito questo e l'avremo capito fino in fondo, capiremo perchè noi dobbiamo dire continuamente Kyrie eleison perchè la parola misericordia che deriva dal latino,  in greco è eleison e non è una pietà che chiede il condannato a morte, è la pietà che chiede l'amante, chiede l'amato e la chiede al Signore al Kyrie, colui che ci ha mostrato che non ci tradisce, che non ci rinnega, che non si dimentica di noi. Ci ha dimostrato che il suo amore non è un sentimento, ma una scelta, che il suo amore non è un'idea ma un corpo, che il suo amore non è una promessa ma una realtà storica che riguarda ciascuno di noi. Può allora Dio – dice il profeta Isaia  cap.49– dimenticarsi di te?

15Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.

Può una madre dimenticarsi del suo figlio? Perchè mai Dio dovrebbe dimenticarsi di te? io invece non ti dimenticherò mai. E nostro Signore Gesù Cristo come il cristianesimo, [qui siamo ad Aquileia, e mi piace ricordare le origini del Cristianesimo] sono una reazione ad un'idea filosofica della misericordia. Secondo l'antichità greca, interrogate, se volete anche Platone ed i filosofi che erano mossi da una rappresentazione di Dio che in qualche modo sembra precedere l'incarnazione di Gesù Cristo, ma nessuno mai si spingeva a questa dimostrazione dell'amore; la misericordia veniva vista come una sorta di malattia dell'anima, la misericordia e la compassione erano considerate una debolezza dell'uomo: non puoi essere misericordioso, non puoi essere compassionevole. Saresti un debole!
Ecco perchè san Paolo lo dirà, spiegando tutto questo a partire dalla sua cultura greca, si è fatto talmente debole da farci vedere che in lui c'è tutta la potenza di Dio; dunque, più noi ci facciamo deboli, dirà ancora Paolo, più apparirà la grazia, più apparirà la conversione, più apparirà la salvezza; si è fatto talmente debole da annullarsi davanti a Dio. Anche noi dobbiamo farci così deboli.
Per molti, essere misericordiosi significa essere degli stupidi; per molti essere misericordiosi significa essere dei perdenti, per molti essere misericordiosi significa essere dei vinti...no! Siamo più che vincitori: perdona e vinci, ama il tuo nemico e vinci, ama chi ti fa soffrire e vinci, così si vince, così vince la misericordia ed è così che correggiamo il mondo, non facendo prediche, non facendo proclami ma amando! Così la misericordia vince sul peccato, così la verità che sembra essere crocifissa, risorge.
È fondamentale allora che noi cambiamo idea della misericordia e soprattutto la vediamo in attività, in quel dinamismo esperienziale di Cristo che è anche il dinamismo dei nostri gruppi e delle nostre comunità. Ogni gesto di Gesù, ogni parola di Gesù, il nome stesso – dice papa Francesco – di Dio in Gesù Cristo è misericordia.
Stiamo comprendendo questa mattina che è un affare di cuore la misericordia, fa i conti col nostro cuore. La prima domanda che dobbiamo fare stamattina in una sorta di cardiognosi (studio del cuore) dovremmo prendere il cuore fra le mani e vedere quanto amore c'è per Gesù.
Non può iniziare un cammino di Rinnovamento nello Spirito senza fare questa cardiognosi, "quanto amo Gesù"?
è la prima domanda perchè per amore suo potrei essere corretto e per amore suo da corretto, potrai correggere: se tu correggi da salvato, non funzionerà mai, tu devi correggere da peccatore; quanto più ti senti amato nel tuo peccato, tanto più puoi amare quelli che sono nel peccato; quanto più il Signore ti ha cambiato la vita, tanto più tu potrai parlare a chi si sta perdendo; quanto più ti farai piccolo con i piccoli, peccatore con i peccatori, trattato da peccatore come Gesù, tanto più noi vinceremo questa cultura di morte, questa cultura di peccato, questa cultura che offende continuamente la misericordia di Dio.
Ed ecco che per far questo dobbiamo custodire il cuore, dobbiamo proteggere il cuore, dopo un incontro come quello di oggi, il nostro cuore sarà liberato, visitato, confortato, consolato, aperto; oggi lo Spirito Santo farà degli interventi chirurgici strepitosi a molti cuori, e tornando a casa, come lo custodiremo, come lo proteggeremo dal male, come lo proteggeremo dal peccato?
Guardate che l'umanità vive nel dubbio, vive nella tentazione, nell'assenza di Dio; guardate gli stati, guardate i parlamenti, guardate la scienza, si vive come se Dio non ci fosse, come se il suo giudizio non ci interessasse, come se la Sua Parola non ci riguardasse, eppure siamo credenti, eppure siamo passati dalla morte alla vita se qualcuno ci ha spiegato che cos'è il battesimo!
Eppure ci riuniamo nei nostri gruppi, nelle nostre comunità, ma come custodiamo il cuore? Come ci prendiamo cura del nostro cuore? L'opera di misericordia spirituale "correggere ed ammonire i peccatori", fa i conti con il nostro cuore.
Lo ricordava Marco nell'apertura e lo diceva già Pio XII: abbiamo perduto il senso del peccato.
E il peccato a che cosa porta? Gc 1,15b

il peccato, una volta commesso, produce la morte.

E qual'è il primo peccato che noi possiamo compiere? Pensare che Cristo sia morto e basta!
C'è il potente, c'è un amore che non salva più, c'è un amore che non serve più alla storia, c'è un amore salvifico che non mi riguarda, perchè trovo la salvezza in altro, accetto di essere salvato e dunque di mettere la mia vita, di scommettere la mia vita non su di Lui, ma su altri signori, questo è il cuore del problema: la perdita del senso del peccato, è in ultima analisi, il ritenere che Dio non abbia niente più a che fare con la storia, morto, archiviato, sepolto nelle nostre biblioteche o nelle bibbie che custodiamo a casa e che mai abbiamo aperto e che mai abbiamo fatto parlare ed operare nella nostra vita.
Ristabilire il giusto senso del peccato nel senso del limite, il senso dell'errore! Sapete in che modo il diavolo che è il principe del peccato, il dio di questo mondo – dice Gesù –  colui che vuole la morte degli eletti, sapete in che modo fa continuamente vittime?
Mi direte con le forme di negromanzia, di satanismo ecc. certo, ma queste sono una minoranza; il maggior numero di morti, il diavolo li fa proprio facendoci credere che non abbiamo più bisogno di salvezza, che non abbiamo più bisogno di riconoscere il nostro peccato perchè all'insegna del male minore e del peccato socialmente accettabile noi non sappiamo più riconoscere che Gesù è il Signore e Salvatore.
La perdita del senso del peccato, significa la perdita del senso del rapporto tra la creatura e il creatore, tra l'uomo e Dio, tra la nostra finitezza e il suo essere infinitamente Dio.
Lo volete un esempio concreto? Torniamo nella notte dei tempi, dopo l'omicidio di Abele, il Signore dice (Gen 4)
10Riprese: «Che hai fatto?

Qual'è la rispota di Caino? Risponde al Signore? No. Non riconosce di averlo ucciso!
Molti non dicono "io sto uccidendo mio figlio" oppure "io sto uccidendo mia madre". Il peccato uccide, sta  uccidendo una nazione, sta uccidendo l'economia, uccide ma non lo sappiamo riconoscere. Alla seconda domanda:

9Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?».

Ti rendi conto che hai ucciso? Che hai dato la morte? Qual'è la risposta?

Sono forse io il custode di mio fratello?

Sono forse io il custode della vita? Se la vita non ha valore, la posso solo uccidere e alla domanda Cosa hai fatto? Niente!
Ricuperare il senso del peccato, non significa soltanto allontanare il diavolo e lo spirito di morte che è entrato ormai pienamente nella nostra cultura, nei nostri stili di vita, nel nostro modo di trattare i nostri figli senza più educarli cristianamente, è entrato anche nei nostri gruppi e nelle nostre comunità quando non ci sappiamo prendere cura dell'altro, ecco le opere di misericordia corporale, quando non riusciamo più a vedere nell'altro Gesù,

 lo avete  fatto a me

c'è un orizzonte antropologico allora, il grande problema, il tema del peccato che ha al fondo la verità di Dio, la verità sull'uomo; quando diciamo che siamo senza peccato, noi inganniamo noi stessi: 1 Gv 1,8
8Se diciamo di essere senza peccato,
inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Il peccato non è offesa verso Dio, il peccato prima di tutto fa male a noi, annienta noi stessi, la relazione con gli altri, distrugge ogni tessuto relazionale, ogni tessuto affettivo, ci fa scadere nell' oscurità mentre la verità è luce, ecco perchè il Libro dell'Apocalisse  deve aver presentato questo rimprovero alle Chiese e fa dire al cap. 3: apri la porta

20Ecco: sto alla porta e busso.

Sto alla porta del tuo cuore, aprimi; Gesù è alla porta del mio presente nella misura in cui io riconosco di avere bisogno di Lui, la prima questione è riconoscere il bisogno di Lui, il bisogno del Suo amore, il bisogno di un amore ancora più grande; ecco perchè dobbiamo avere la coscienza del peccato. Sant'Anselmo d'Aosta diceva "tu non hai ancora preso seriamente che cosa sia il grave peso del peccato, tu non hai ancora chiaro cosa può fare il peccato corrompendo il tuo cuore e trasformando la tua vita in una tomba", tomba di impurità, tomba di adulteri, tomba di malvagità, di inganni, di invidie, di calunnie, di competizioni.
Ecco perchè Gesù dice "non vi lascio soli, non vi lascio abbandonati a voi stessi". Il peccato, dove sta, nella storia? Dove sta il peccato, tra gli alberi, nelle aule di giustizia, negli ospedali? Dove sta il peccato? Gesù è molto chiaro: il peccato si annida nel cuore, non lo cercate fuori! Mc 7

21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male:
impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza

Non dite "è il mondo che mi sta corrompendo" siete voi a corromperlo se non fate questa bonifica Mc 7

15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro.
Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

Bonifichiamo il cuore e bonificheremo la natura!
Parlavamo della "terra dei fuochi", bonifichiamo il cuore e bonificheremo tante carceri dove c'è gente che ci sta dentro semplicemente perchè non ha imparato a perdonare e si trasmette di generazione in generazione l'odio razziale. Provate a chiedere ad un africano di perdonare: non lo farà mai perchè gli è stato insegnato che dovrà vendicare i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi avi : perdonare significa far perdere di dignità ad una tribù, ad un popolo che esiste dentro a un delitto, esiste dentro a un ricordo; non si può perdonare perchè significa annullare la storia, cancellarla, devi vivere dentro al rancore, devi vivere dentro a un atto di giustizia che è tutto il contrario della misericordia di Dio.

Quanto lavoro dobbiamo fare allora guardando le nuove generazioni, guardando a chi ha un'autorità e la esercita non secondo Dio.Quanta conversione questa parola correggere i peccatori deve intanto fare nel nostro cuore; Gesù dice in Mt 12

35L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone,
mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive.

L'uomo cattivo se nel cuore non ha il bene, cosa troverà? Se non ha il bene troverà il male ed ecco che nasce anche il male comune, così come esiste il bene comune. Ed il male comune può anche essere legalizzato e siamo pieni di mali comuni ormai legalizzati. Ecco perchè Gesù dirà in Gv 8,7:

«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».

Ma intanto, mentre dice questo, a coloro che non sanno più guardare ai loro peccati, a coloro che stavano ammonendo di peccato dando la morte, Gesù ammonisce una peccatrice dando la vita: ecco la differenza! Quegli uomini la ammonivano "tu sei un'adultera e ti uccidiamo", Gesù dice "tu non hai ancora imparato ad amare, ecco perchè sei un'adultera, non ti hanno insegnato ad amare, non ti hanno rivelato la verità dell'amore, ecco perchè pecchi".
Perchè molti peccano? Semplicemente perchè non sanno amare, perchè non hanno incontrato la verità di se stessi e Gesù dice "allora io  mi prendo cura di te e sto qui con te"
I discepoli di Emmaus peccano di incredulità e Gesù si mette insieme a loro e rispiega loro ogni cosa, questo è Gesù che ti fa passare dalla non conoscenza alla conoscenza, dal rinnegamento all'amore, dall'insignificanza all'essere lì al centro della storia:

«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore».
E Gesù disse:
«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Ecco cosa significa ammonire il peccatore: "non ti condanna nessuno".
Per molti, ammonire è condannare, anche nei nostri gruppi: molti fratelli e sorelle si sentono condannati a morte, in nome di Dio, ma Gesù dice "No, nessuno ti condanna  Neanch’io ti condanno, nessuno, torna a casa, però adesso, adesso che hai scoperto chi sei, cosa vali, quanto vale Dio nella tua vita, cos'è il vero giudizio, la salvezza, adesso torna, viva, non morta, non con un funerale, torna, torna, viva coi tuoi piedi, con le tue gambe, con la tua responsabiliatà, torna in piedi, non stare più lì, cammina, entra nella storia da vincitrice e non peccare più adesso se non vuoi di nuovo cadere ed essere condannata a morte, questo è quello che dobbiamo fare, e siccome non lo sappiamo fare, non riusciamo a farlo, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, dobbiamo chiedere aiuto allo Spirito Santo e dobbiamo fidarci, ecco i carismi e di tutti gli aiuti che lo Spirito ci dà, così che la comunità diventi luogo della salvezza, luogo del perdono, luogo della riconcilia-zione, il luogo dove ci si vuole bene.
Fratelli e sorelle, a che vale che conosciamo i migliori canti del RnS, a che vale che conosciamo la Bibbia a memoria, a che vale che abbiamo 40 anni di RnS se ancora non ci vogliamo bene, a che vale? A che vale fare tutte le opere di misericordia corporale, correre, dare, fare tutto quello che Gesù ci chiede  lo avete  fatto a me, quando ancora il Signore viene a visitarci e continua a richiamarci quanto al peccato?
Chi di voi è senza peccato?

Un'ultima parola sul significato di questo correggere: ma chi vuol essere corretto? Nell'epoca dell' individualismo, ognuno tira per i fatti suoi, ognuno è frettoloso, ma chi si può prendere cura dei pensieri e dei problemi degli altri e poi nell'epoca del relativismo dove ognuno la pensa a modo proprio e dove a partire dal fatto che ognuno ha il suo dio, ognuno ha la sua verità, ognuno ha da essere rispettato, ma chi te lo fa fare? Chi te lo fa fare di cacciarti nei pasticci, che significa prenderti cura degli altri, richiamarli, ammonirli, amare, perchè ti devi accalorare così tanto e in questa epoca, perchè? Ti farai solo dei nemici!

San Paolo dice semplicemente questo: voi che vi volete rinnovare, rinnovatevi nello spirito della vostra mente perchè in questo mondo tutti cercano invece di conformarsi non di rinnovarsi: si conformano e non sanno più discernere la volontà di Dio perchè ci rinnoviamo al discernere la volontà di Dio, ciò che a Lui è gradito, ciò che a Lui piace e Gesù dice "voi siete il sale della terra ma se la vostra fede non ha più sapore, a che serve? Voi siete la luce del mondo ma se la vostra fede non illumina il peccato, le tenebre, a che cosa serve una luce?"
Se siamo sale e se siamo luce, a cosa serve il sale a cosa serve la luce – ci sta chiedendo Gesù – a cosa serve se il mondo soffre e noi accettiamo che soffra ancora di più, se il mondo muore e noi accettiamo che muoia ancora di più?
Il verbo correggere, in greco, prima di ogni cosa, sapete che cosa significa? PARLARE!
È  l'humus profetico che abbiamo ricevuto nel battesimo, cioè dire la verità, poi la scrittura ci dice che la dobbiamo dire con amore, che dobbiamo saperla dire, che dobbiamo trovare i tempi e i modi per dirla, ma dirla non soffocarla elenkein il verbo greco, sta a dire prima di tutto "tu sei un profeta, tu hai una parola da dire"! E non la dici da te, ma la dici a nome di Dio perchè colui che corregge è il Signore, non noi.
Allora vorrei insegnarvi una regola facile e semplice: per correggere bisogna amare. Se dentro di te non senti come fremito, come desiderio l'amore, allora non correggere.
Se correggere significa parlare di Gesù a una persona e aiutarla a passare dall'errore e dall'ignoranza alla verità e portarla alla salvezza, se non sei mossa da amore, non parlare. Qual'è la condizione allora che ci dev'essere dentro di te?
Adesso, sono un membro del pastorale di servizio, finalmente mi hanno eletto, adesso sistemo io tutte le cose: vado da quello che ha un tick e gli correggo il tick, vado da quello che ritarda sempre e davanti a tutti lo richiamo e gli dico "tu sei il ritardatario, qual'è il tuo carisma? Il ritardatario, salutiamo il ritardatario" e sistemiamo le cose. Adesso finalmente ci siamo noi, il Signore mi ha nominato profeta, io ho la parola e sistemo tutte le cose.
Analogamente può fare un padre con i propri figli, corregge rimproverando, non offrendo una soluzione. Se la premessa è l'amore, tu devi dare una soluzione, non si rimprovera per rimproverare, non si corregge per correggere, che cosa dice Gesù dando la soluzione: "nessuno più ti condanna" questa è la parola d'amore, e poi in che modo ama? Dà una soluzione, cosa le dice?  va’ e d’ora in poi non peccare più.
Se non offri una soluzione, non è amore, è l'amore che salva! Quindi devi indicare una soluzione e questa soluzione è un atto d'amore, la premessa deve essere l'amore e il modo di fare, di condurre, deve far percepire amore e quando tu te ne sei andata, la persona che cosa deve conservare dentro di se? L'amore!
Se dopo che te ne sei andato, pensa dentro di se "io lo so perchè mi ha corretto, perchè è geloso o invidioso, mi sta dicendo di dare dei beni al RnS, alla Chiesa, alle missioni perchè non ce li ha lui", se dentro al cuore di una persona si scatena tutto questo, significa che abbiamo fallito e perchè falliamo? Perchè non preghiamo, perchè non prepariamo il nostro cuore, perchè non diciamo al Signore davanti a una situazione "Signore cosa devo fare, come lo devo fare"?
Mio figlio continua a drogarsi, cosa devo fare per salvarlo da questo peccato?
Mio marito continua a tradirmi e io mi faccio bella, vado dal parrucchiere, vado dall'estetista, mi vesto bene, preparo bene da mangiare, faccio di tutto, e perchè succede questo? Cosa devo fare?
E secondo voi, si apre la bibbia e si scopre cosa si fa?
È un cammino, è una fatica, è un'attesa, ma quando il Signore ti parla, ti mette anche la forza, ti dà l'unzione, ti dà le parole e tu puoi correggere, e tu puoi richiamare e tu puoi salvare; capite quanto è importante quest'opera di misericordia per noi, è quello che il Signore ci sta dicendo, ci sta facendo vedere oggi in quanti modi abbiamo bisogno di questa misericordia e di trovare il coraggio della parola di Dio a condizione però che questa parola di Dio sia modellata nel nostro cuore da un nuovo amore per Lui.

Ci vuole molta umiltà per correggere e per essere accolti nella correzione. Se i fratelli ci sanno poco capaci di amare, non accetteranno mai da noi la correzione perchè non s'improvvisa nell'amore, l'amore è un cammino faticoso, è una testimonianza.

Ringraziamo il Signore perchè abbiamo la responsabilità di Osea, la Parola che ci guida; il profeta Ezechiele dice "sentinella, tu che devi correggere, tu che devi denunciare il male, della morte di tuo fratello io ti chiederò conto".
Quando stiamo in una comunità, noi siamo legati gli uni agli altri, il Signore ci lega misteriosamente, lega le nostre vite, le nostre storie e ci dobbiamo prendere cura gli uni degli altri. Talvolta, sapete come si corregge? Mettendosi in ginocchio e dicendo a quel fratello: "io adoro Gesù presente in te seppure schiacciato dal tuo peccato e come vorrei che la tua vita fosse come Dio l'ha voluta, l'ha pensata, l'ha creata e siccome io non ti so parlare e non ti so dire nulla, io sto qui in silenzio davanti a te perchè sia il Signore a dirti quello che io non so dire".
Si corregge così, stando a fianco, si corregge solo pregando. Cosa ci deve stare a cuore, lo abbiamo capito o no? Non so più come dirlo: la salvezza, questa è la ragione, la salvezza! E la salvezza appartiene a Dio, non a noi, è Lui che salva, non noi; noi siamo solo degli strumenti ma se lo strumento è scordato, anche la melodia non suonerà bene. Ma se lo strumento è malandato, anche la melodia sarà malandata, dunque tutta l'opera di Dio è rovinata, è sporcata.
Ecco perchè sul piano personale e sul piano comunitario dobbiamo fare un grande impegno per non rovinare l'opera di Dio.
Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della salvezza: dice Paolo a Timoteo

la condizione è passare dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia

Correggere i peccatori, come vorrei che tu fossi come Maria, pieno di grazia, come vorrei che il tuo volto fosse grazioso. Vi dicevo a Rimini "grazioso perchè graziato", tu non sarai mai un grazioso finchè non sarai un graziato.
Se ti senti un disgraziato, devi passare da disgraziato a graziato e da graziato, diventerai grazioso e se sarai grazioso, potrai correggere tutti semplicemente perchè sarà la grazia ad operare in te e attraverso di te.

Per concludere, facciamo questo piccolo esercizio, ci mettiamo tutti in piedi e siccome ognuno di voi si rivolge a un peccatore e questo stesso peccatore si rivolgerà a te che sei peccatore, fate la più bella correzione fraterna e ammonizione di peccatore che si possa fare; direte a questo fratello "Dio vuole che tu sia grazioso (prima parte) e allora (ecco il mio impegno) io prego perchè ti faccia grazia" e per favore, fatelo bene perchè passa lo Spirito attraverso queste cose.
Completate col bacio santo sulla fronte perchè ricordando la parola di Paolo agli Efesini, è il bacio che si dà al nostro pensare, alla nostra mente dove ci dobbiamo rinnovare ed è un modo per dirti: "ricordati che sono tuo fratello"
Amen Alleluja